L’ associazione La Sermenza nasce dalle suggestioni ricevute percorrendo a piedi la Val Sermenza, una delle tre valli che costituiscono la Valsesia. Abbiamo scoperto un sistema di terrazzamenti disseminati su una rete di sentieri e mulattiere che collegano borghi ormai abbandonati. Non ancora violati da contaminazioni moderne, i borghi sono in pietra e legno con i caratteristici tetti in beola (o piode). Elementi fondamentali del paesaggio, ne costituiscono il valore e sono una ricchezza soprattutto per rivalutare forme di turismo esperienziale e sostenibile, ma anche un’opportunità per ripopolare la Val Sermenza.
Ispirati da questa (folle) visione e con un progetto non ancora ben definito, abbiamo tentato di iniziare proponendo corsi di restauro e manutenzione di muretti a secco di sostegno. Un tipo di cantiere che dal punto di vista economico e normativo non richiedeva grossi investimenti e che però era già una esplicita dichiarazione di intenti: tutela del paesaggio, recupero della tradizione edilizia storica, sia nei suoi elementi materiali (pietra e legno locali) che immateriali ovvero la sapienza delle antiche tecniche artigianali della muratura a secco e della carpenteria lignea. Dal 2015 ad oggi abbiamo organizzato 5 corsi patrocinati da ITLA e tenuti da un mastro artigiano locale. Fra i partecipanti vi erano anche professionisti come architetti, geometri, paesaggisti, giardinieri, agronomi, ma anche studenti ed appassionati. Sempre nel 2015 abbiamo organizzato un corso di carpenteria lignea per affrontare il difficile tema della ricostruzione di un tetto tradizionale con copertura in pietra (beole). I partecipanti hanno costruito una capriata partendo dalla squadratura manuale dei tronchi fino alla realizzazione degli incastri ( senza chiodi ) e solo e rigorosamente con attrezzi manuali (senza attrezzi elettrici). Il successo di queste piccole iniziative ci ha incoraggiato ad osare ed affrontare temi più complessi, come il restauro di un tetto tradizionale in pietra (beole o piode) analizzando tutti i passaggi fondamentali, dalla carpenteria al rifacimento del manto in pietra. Concludendo. In questi anni, oltre alla realizzazione di queste piccole e significative iniziative abbiamo curato e costruito una rete di relazioni partecipando ad iniziative e corsi organizzati da altre associazioni che hanno le stesse nostre finalità e già da tempo influiscono culturalmente sul territorio che le ospita. Associazioni che sono un riferimento culturale imprescindibile, mi riferisco all’Alleanza dei Paesaggi Terrazzati, all’associazione Canova in val d’Ossola, e al progetto del Parco Culturale Alta Langa denominato Banca del Fare. Una rete di relazioni che rappresenta un retroterra fertilissimo per la nostra associazione che, oltre a ricevere stimoli allo studio e all’approfondimento delle tematiche riguardanti la conservazione e il restauro dell’edilizia storica di montagna, si arricchisce di informazioni e idee nonché del conforto di un sostegno alla nostra non semplice impresa.